Terapie forestali nella pratica clinica
Mi trovo spesso a lavorare con persone con elevati livelli di stress e di ansia, difficoltà a concentrarsi e mantenere l’attenzione, con ritmi di vita molto intensi, naturalmente differenti problematiche da affrontare, quelle le abbiamo tutti, e dei limiti notevoli rispetto alla capacità di lasciare andare, rallentare i pensieri, scaricare le tensioni accumulate, recuperare le energie psicofisiche utilizzando strategie sane.
La propriocezione e il sovraccarico di stimoli
Per non parlare del fatto che il nostro stile di vita frenetico ci porta sempre più ad allontanarci da un ascolto interno, consapevole, dei messaggi che arrivano dal nostro corpo, la cosiddetta propriocezione.
Pensate alle continue sollecitazioni esterne: siamo bombardati da
- informazioni che arrivano da ogni dove, dai mass-media, dai nostri smartphone,
- dalle aspettative degli altri,
- dalle nostre aspettative rispetto al nostro sé ideale,
che facciamo sempre più fatica a sentire, decodificare e interpretare ciò che arriva dal nostro corpo. La nostra mente tende a fagocitare tutto, pensiamo continuamente, ci arrovelliamo, spesso abbiamo un dialogo interno così chiassoso, giudicante, per alcuni svalutante per altri megalomane, che i segnali interni vengono ridotti al silenzio, sono dissociati, sono trascurati, ignorati e dimenticati.
Inoltre sempre di più constato la disponibilità a fare uso di psicofarmaci magari per dormire, ansiolitici per regolare i propri livelli di attivazione fisiologica, pastiglie per la memoria e la concentrazione e quant’altro.
Gli psicoterapeuti non possono prescrivere farmaci ma possono aiutare le persone ad acquisire strategie per:
- imparare a regolare e modulare le proprie emozioni,
- scaricare le tensioni che rimangono incarnate nel corpo,
- non lasciarsi coinvolgere dal flusso dei propri pensieri e preoccupazioni, un flusso spesso interminabile e pervasivo.
E da quando ho scoperto le terapie forestali, sperimentandole personalmente durante le immersioni che ho fatto con Elisabetta Bonini, Operatrice Professionale TeFFit, ho deciso di integrare le Prescrizioni Verdi nella mia pratica clinica.
Cosa sono le prescrizioni verdi?
Le prescrizioni verdi prevedono la possibilità di prescrivere un certo numero di immersioni con una certa frequenza, in base alla sintomatologia riportata dal paziente, come valida alternativa alle prescrizioni farmacologiche.
Il termine “Green Prescription” è stato coniato per la prima volta da professionisti della salute in Nuova Zelanda alla fine degli anni ‘90, con l’obiettivo di migliorare la salute e il benessere dei pazienti e ridurre le malattie non trasmissibili attraverso la prescrizione di precise indicazioni per l’attività fisica e l’alimentazione.
Questo tipo di scelta clinica, fare prescrizioni verdi, se fosse adottata su vasta scala, potrebbe contribuire anche al raggiungimento di obiettivi sociali ed economici previsti dall’agenda 2030, in particolare
- l’obiettivo 3 sulla salute e benessere
- l’obiettivo 11 città e comunità sostenibili
- l’obiettivo 15 sulla vita sulla terra.
Benefici sulla salute
La crescente ricerca sugli effetti salutari e riparatori delle aree verdi ha dimostrato che il contatto regolare con esse può migliorare il benessere, alleviare lo stress e mitigare le disuguaglianze sanitarie legate al reddito per quanto riguarda le malattie croniche e l’aspettativa di vita.
Di conseguenza, si sono diffuse sempre più iniziative tese a (ri)connettere le persone con la Natura, in particolare quelle che non hanno la capacità o l’opportunità di interagire con gli spazi verdi come parte delle loro abitudini di vita.
Da una parte si stanno realizzando interventi che mirano ad avvicinare la Natura alle persone, rendendo sempre più verdi e rinaturalizzati in termini di biodiversità e biocomplessità le aree verdi, dall’altra si incoraggiano adulti e bambini a partecipare consapevolmente ad attività basate sulla Natura.
Un nuovo approccio al benessere
Tra i programmi e progetti di promozione della salute proponiamo le Terapie Forestali la cui partecipazione apporta benefici in termini di salute e benessere psicofisico.
Inoltre questo tipo di attività concorre alla concretizzazione della sostenibilità sociale, in quanto ha le potenzialità per:
- migliorare gli stili di vita delle persone,
- aumentare le occasioni di esercizio fisico e di incontri sociali,
- diminuire l’esposizione agli inquinanti ambientali accrescendo al contempo quella a microrganismi immunoregolatori e ad altri elementi biotici e abiotici considerati salubri (ad esempio sostanze organiche volatili prodotte dalle piante, ioni negativi, paesaggi rigenerativi, ecc).
Ripristinare la connessione con la Natura
La disconnessione dalla Natura è infatti considerata, anche isolatamente, causa di stress sociale e di ridotto benessere psicologico, mentre il suo ripristino favorisce un feedback positivo migliorando direttamente la salute psicofisica delle persone. Questo processo incentiva anche la frequentazione degli ambienti naturali, indirizzandone le preferenze verso quelli più sani e quindi mettendole sempre più in contatto con una biodiversità salubre, e inducendo una maggior consapevolezza ambientale.
La consapevolezza ambientale, a sua volta, indurrebbe comportamenti a favore dell’ambiente, ridurrebbe i conflitti con la fauna selvatica.
Impatti fisiologici e psicologici
All’esposizione diretta ad ambienti forestali è stato attribuito un ampio spettro di benefici diretti per la salute umana, tra cui:
- Benefici psicologici: miglioramento dei processi mentali, riduzione di stress, ansia ed emozioni negative;
- Processi cognitivi: potenziamento dell’attenzione e della memoria;
- Vita sociale: promozione di abilità interpersonali e comportamenti pro-sociali;
- Benessere spirituale: connessione con il proprio io interiore;
- Benefici fisiologici: miglioramento delle funzioni cardiovascolari, neuroendocrine, metaboliche, immunitarie, infiammatorie e ossidative.
Scopriamo il concetto della biofilia
La biofilia riguarda il nostro legame, molto profondo, con la natura, quel legame che ci lega alle creature viventi, ci spinge ad amarle e a prendercene cura.
Questo legame è presente in tutti gli esseri umani ed è stato chiamato appunto biophilia.
Non si tratta di un semplice singolo istinto, ma di una predisposizione al rapporto con la natura, che può essere caratterizzata magari da emozioni diverse, a volte contraddittorie: dalla attrazione alla avversione, dalla meraviglia all’indifferenza, dal senso di pace alla paura e all’ansia.
Ma cosa succede se la biofilia non viene adeguatamente stimolata?
Oggi certamente sviluppiamo abilità che appaiono lontane dal mondo naturale, magari i nostri figli sanno riconoscere un modello di automobile dal rombo del motore. Tuttavia, non dobbiamo dimenticare che la biophilia è la fonte delle energie psichiche che ci legano alla natura, occorre dunque recuperarla e sviluppare una sana relazione con la natura, perché è essenziale per lo sviluppo armonico della propria personalità.
Le terapie forestali e i processi di attenzione
L’attenzione diretta assorbe molta energia psichica.
I coniugi Kaplan, psicologi ambientali dell’università del Michigan, hanno studiato a lungo i processi di rigenerazione dell’attenzione diretta dopo una fatica mentale e hanno concluso che ci sono almeno due tipi di esperienze capaci di stimolare una rigenerazione significativa dell’attenzione diretta:
- l’immersione in un ambiente percepito come naturale
- pratiche di meditazione di consapevolezza.
Per quanto riguarda l’immersione in un ambiente naturale, la natura diventa un soggetto attivo rispetto all’essere umano. E’ la natura che affascina e attrae l’interesse e l’attenzione dell’essere umano, che si lascia “fascinare” dalla natura e in questo modo ne viene rigenerato. Il tutto avviene senza sforzo.
Ci sono, inoltre, diversi studi che dimostrano l’efficacia degli esercizi di silenzio attivo, praticati durante le pratiche di meditazione nel bosco, sia su alcuni parametri fisiologici come la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa, sia sulla rigenerazione dell’attenzione diretta.
L’osservazione di questi ambienti inibisce il nostro sistema nervoso, riduce l’arousal fisiologico, e le persone entrano in uno stato che viene chiamato “vigile rilassato”.
Ci sono evidenze anche di una migliore capacità di pensare lucidamente e risolvere problemi, quando siamo esposti ad ambienti naturali.
Il tempo trascorso a contatto con la natura
- allevia lo stress,
- ripristina l’equilibrio mentale
- migliora la capacità di focalizzare e mantenere l’attenzione.
Altri studi sostengono che l’esposizione alla natura allevi il dolore e promuova la guarigione nei pazienti che stanno affrontando una fase post operatoria.
La nostra esperienza quotidiana è la prova concreta di quanto sia difficile mantenere l’attenzione, la concentrazione, la motivazione e l’impegno, ma non tutti cercano di assicurarsi il loro regolare rifornimento attraverso semplici attività all’aria aperta.
Cosa accade durante un’immersione forestale?
Quando siamo immersi nella natura sperimentiamo un’emozione importante che è lo stupore, con tutte le manifestazioni somatiche associate: ci fermiamo, facciamo una pausa, osserviamo con gli occhi spalancati e i muscoli del volto rilassati, percepiamo il desiderio di entrare in totale connessione, per immergerci ancora di più nell’ambiente che ci ha stupito.
Alcuni ricercatori che hanno osservato e studiato l’esperienza dello stupore sostengono che sia assimilabile ad una sorta di pulsante di reset per il cervello umano. Per poter percepire questo tipo di stupore dobbiamo avventurarci nel mondo naturale e trovare qualcosa di ben più grandi di noi per sperimentare questo genere di cambiamento interiore.
Cosa accade invece durante la terapia forestale?
Durante l’intero percorso le nostre menti hanno acquisito una serie di informazioni, con le narrazioni di Elisabetta, che hanno stimolato alcune riflessioni personali. È facile fare il confronto tra quanto abbiamo ascoltato e quello che accade nella nostra vita, come siamo noi, anche in relazioni agli altri.
Arriviamo all’immersione con uno zaino carico di problemi, preoccupazioni, pensieri ma anche aspettative e, man mano che camminiamo, chi più chi meno, cominciamo a disconnetterci dalla vita quotidiana e ad espandere il nostro sé… ci lasciamo fascinare dalla natura, dalla varietà sensoriale a cui siamo esposti e che entra dentro di noi e che ci trasforma nel profondo, dalle nostre onde celebrali, alle nostre viscere, ai messaggi trasmessi dai nostri neurotrasmettitori fino ad arrivare alla nostra pelle.
E in questo processo trasformativo nascono nuovi insight, nuove consapevolezze che necessitano di essere colte, non solo a livello cognitivo, ma proprio a livello somatico implicito.
E lo facciamo insieme durante la terapia forestale, in cui ci fermiamo in uno spazio contemplativo di meditazione e raccogliamo le informazioni propriocettive per metterle al servizio del nostro domani, di come ci prepariamo a ritornare nella vita antropica, carichi di nuove energie, rivelazioni, scoperte e magari anche nuove risposte.
Vuoi migliorare la gestione dello stress, recuperare il tuo equilibrio psicofisico e potenziare la tua attenzione?